Il Leone rappresenta l’animale più iconico della savana africana, è il soggetto più desiderato dai fotografi e affiascina chiunque si rechi in safari.
L’elemento che caratterizza il leone come predatore è sicuramente l’aspetto della caccia del branco.
Se la mole notevole, la forza, le straordinarie doti di agilità sono caratteristiche immediatamente evidenti fin dall’aspetto di questi felini, il fatto di cacciare in gruppo aumenta ulteriormente le percentuali di successo di un attacco e le possibilità di abbattere prede più grandi.
Da alcuni studi sul comportamento di caccia dei leoni, emerge infatti che la percentuale di successo degli attacchi portati da singoli esemplari è di circa il 16-17%, mentre quando due o più leoni cacciano insieme sono efficaci nel 30% dei casi.
Per quanto riguarda le prede, le più frequenti sono i grandi ungulati, zebre, bufali, etc, ma un gruppo di leoni è in grado di dare la caccia a qualsiasi grosso erbivoro, specialmente nei casi in cui anche il o i maschi adulti si uniscano all’attacco.
A conferma di ciò, è stato dimostrato che il 75% dell’alimentazione di un gruppo di leoni è costituito solo dalle 4-5 specie di erbivori più abbondanti nell’area frequentata.
Inoltre alcune popolazioni di leoni, per via delle specifiche condizioni del proprio ambiente, si sono appunto specializzate in comportamenti predatori particolari, che prescindono dalle enormi dimensioni delle prede.
Ne sono un esempio i leoni della zona del Savuti in Botswana, che sono efficaci cacciatori di elefanti e quelli del Lynianti, sempre in Botswana, abili nel predare gli ippopotami.
Ma come si comportano concretamente i leoni in caccia?
9 volte su 10 sono le sole femmine a cacciare, anche se i membri di un gruppo familiare possono talvolta procurarsi una preda anche da soli, o in gruppetti più piccoli.
Come si diceva sopra, il numero aumenta le possibilità di riuscita e sono state documentate azioni di caccia che hanno coinvolto oltre 15 individui. A differenza però di quanto comunemente si pensi, il leone caccia assai raramente all’agguato.
Questa tecnica è generalmente limitata a occasioni particolari che determinano la concentrazione di grandi quantità di erbivori, come durante la stagione secca nei pressi di una fonte d’acqua, o simili.
Nella maggior parte dei casi i leoni cercano di avvicinare il più possibile la preda, fino ad una distanza ottimale non superiore ai 30 m; a questo punto, grazie ad una velocità massima che raggiunge punte di 48-60 km/h, viene sferrato l’attacco.
Nel caso di un branco, gli individui in caccia manifestano una elevata capacità di collaborazione e meccanismi comportamentali complessi.
I felini possono puntare a circondare la preda, oppure disporsi in maniera tale da spingerla verso altri compagni in posizione più favorevole, o manifestare anche una sorta di suddivisione di ‘ruoli’ nell’azione di caccia: sicuramente queste tipologie di comportamenti comprendono componenti legate all’apprendimento e appartengono in un certo senso alla ‘cultura’ del branco.
I leoni atterrano le prede più grandi sfruttando il proprio peso, quindi le uccidono per soffocamento serrando tra le fauci la trachea o azzannando il muso dalle narici.
Gli animali più piccoli vengono uccisi con un morso alla testa o alla nuca.